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IL CONSUMATORE DI VINO IN CANADA NEL 2025: PROFILI, TREND E OPPORTUNITÀ PER L’EXPORT ITALIANO

  • Immagine del redattore: Donatella De Lucia
    Donatella De Lucia
  • 19 lug
  • Tempo di lettura: 4 min

Aggiornamento: 2 ago

UNA FINESTRA STRATEGICA PER IL VINO ITALIANO


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Il mercato canadese del vino è già solido e diversificato. Tuttavia, può rivelarsi particolarmente promettente per le cantine italiane. Le attuali tensioni commerciali tra Canada e Stati Uniti hanno causato un crollo delle importazioni di vino americano. Questo apre uno spazio favorevole per i produttori europei. Grazie al CETA, i vini italiani godono di vantaggi competitivi concreti. Tra questi, l’eliminazione dei dazi doganali e la protezione delle indicazioni geografiche.


Com'è strutturato il mercato del vino in Canada?


Nel 2023, i canadesi hanno consumato 912 milioni di litri di vino. Si prevede che questa cifra salga a 936 milioni nel 2024. Questo corrisponde a circa 25,6 litri pro capite, con una leggera crescita prevista per l’anno in corso. È interessante notare che, nonostante una lieve flessione delle importazioni totali, i consumatori sembrano orientarsi sempre di più verso vini selezionati. Questi vini sono spesso di fascia premium e raccontano una storia.


Tre province, l'80% del mercato


Ontario, Québec e British Columbia rappresentano l’asse portante del consumo. In particolare, il Québec si distingue per la spesa pro capite, che è di 377 CAD. Qui, il vino è parte integrante della cultura gastronomica. I vini francesi dominano, ma cresce la curiosità verso nuove origini, soprattutto italiane.


Le tipologie più amate


I vini fermi restano i protagonisti. Nel 2023, i vini rossi hanno generato quasi 4 miliardi di dollari canadesi, pur mostrando una lieve flessione. I vini bianchi tengono, mentre gli spumanti – guidati dal Prosecco – crescono rapidamente. Solo nel 2024, si stima che il Prosecco raggiungerà un valore di 45,2 milioni di CAD, con una quota del 32% sul totale degli spumanti.


Inoltre, i vini biologici e naturali stanno diventando sempre più rilevanti. Questi vini sono scelti da una nuova generazione di consumatori, in particolare Gen Z e Millennials, che sono attenti alla sostenibilità e alla trasparenza nella produzione.


Dove si compra il vino in Canada?


I canali di acquisto si dividono tra il consumo domestico e quello fuori casa.


  • At-home: supermercati, negozi specializzati e soprattutto e-commerce. Quest'ultimo sta crescendo costantemente grazie alla possibilità di scoprire nuovi vini, leggere recensioni e ricevere consigli mirati.

  • Out-of-home: ristoranti, hotel e bar stanno registrando una ripresa dopo la pandemia. In questi contesti, i vini premium trovano il loro pubblico, in particolare tra i giovani adulti urbani.


Una delle tendenze più forti è quella della “premiumisation”. Si beve meno, ma meglio. Il consumatore canadese non ha problemi a pagare un po’ di più, purché il vino abbia qualità, autenticità e una narrazione forte alle spalle.


Il consumatore tipico: tra tradizione e qualità


Il cuore del mercato canadese è composto da bevitori regolari. Queste persone consumano vino almeno una volta a settimana. La maggior parte ha più di 40 anni, tra Baby Boomers e Gen X. Hanno una buona capacità di spesa e una chiara preferenza per vini rossi strutturati e di origine controllata.


Le donne rappresentano una fetta importante del consumo abituale. Spesso sono orientate verso bianchi e spumanti. Gli uomini, invece, mostrano una predilezione per i rossi classici. In media, il consumatore regolare spende tra i 15 e i 20 CAD a bottiglia. Predilige vini con denominazione di origine e un buon rapporto qualità-prezzo. La provenienza italiana è percepita come un plus, soprattutto se legata a territori iconici come Toscana, Piemonte o Veneto.


Il consumatore occasionale: giovane, curioso e digitale


Accanto al consumatore tradizionale, si sta facendo spazio un altro profilo: quello occasionale. Questo profilo è tipicamente giovane, appartenente a Millennials e Gen Z, urbano e influenzato dai trend del momento. Questo pubblico è meno fedele al vino come categoria. Spesso è attratto da altre bevande come cocktail, birre artigianali e RTD. Tuttavia, è aperto alla sperimentazione e curioso di nuove etichette. Apprezza la praticità di formati alternativi, come il vino in lattina o monodose.


La Gen Z, in particolare, è guidata da criteri come l’impatto ambientale, l’etica del brand e la comunicazione visiva. Un’etichetta ben progettata e una storia affascinante su Instagram possono fare la differenza.


Le grandi tendenze demografiche e culturali


1. Il consumo tra i giovani è in calo


La riduzione dell’alcol tra Gen Z e Millennials è un dato di fatto. Motivazioni come la salute, la pressione economica e il desiderio di uno stile di vita più equilibrato spingono molti giovani a limitare il consumo. Tuttavia, non si tratta di una chiusura definitiva. Esperienze immersive, eventi pop-up e degustazioni possono riaccendere l’interesse.


2. La cultura del vino è in crescita


Il Canada è sempre più competente quando si parla di vino. Il turismo vinicolo, soprattutto nelle regioni di Niagara e Okanagan Valley, ha portato a una maggiore conoscenza tra i consumatori. Oggi, questi si informano online, frequentano eventi e chiedono esperienze più coinvolgenti.


3. Sostenibilità e autenticità guidano le scelte


Le generazioni più giovani vogliono sapere come è stato prodotto un vino, da chi, e in che contesto territoriale. I prodotti biologici, naturali e artigianali sono in ascesa. Per il vino italiano, questa è un’occasione perfetta per raccontare le proprie radici, i vitigni autoctoni e le micro-storie locali.


Come il vino italiano può cogliere l’occasione


Per il consumatore regolare:


  • Vini rossi strutturati

  • Prosecco come alternativa accessibile e versatile

  • Raccontare il territorio e valorizzare le denominazioni (DOC, DOCG, IGP)

  • Presenza nei canali tradizionali: monopoli provinciali, enoteche, ristorazione


Per il consumatore occasionale:


  • Formati innovativi: lattine, bottiglie piccole, packaging ecosostenibile

  • Vini biologici o naturali: accompagnati da storytelling coinvolgente

  • Promozione attraverso social media, influencer, eventi urbani

  • Vitigni poco conosciuti ma di carattere (Negroamaro, Vermentino, Pecorino)


Strategie consigliate:


  • Usare Instagram e TikTok per mostrare il lato visivo ed emozionale del vino

  • Lanciare pop-up events con focus sul lifestyle

  • Rafforzare l’e-commerce con descrizioni accurate, storie di produzione e recensioni


Conclusione: il Canada è pronto, e il vino italiano lo è?


Il mercato canadese del vino, pur in evoluzione, mostra segnali forti: maggiore consapevolezza, desiderio di autenticità e ricerca di qualità. In questo scenario, il vino italiano è posizionato in modo ideale. Ha storia, ha tipicità e ha fascino.


Ma per emergere davvero, deve parlare a pubblici diversi, con linguaggi differenti. Deve sapere dialogare con il Baby Boomer fedele al Chianti quanto con la Gen Z che scopre il Vermentino su TikTok.


In questo contesto, il vino italiano può davvero fare la differenza.

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