L’UE stanzia 2 miliardi per gli invasi
- Donatella De Lucia
- 6 lug
- Tempo di lettura: 3 min
In un periodo segnato dagli effetti sempre più devastanti del cambiamento climatico, arriva una notizia incoraggiante per il settore vitivinicolo italiano. L’Unione Europea ha stanziato 2 miliardi di euro, nell’ambito del piano Next Generation EU, per finanziare 90 progetti di invasi idrici sul territorio italiano. La misura, sostenuta da Coldiretti e Unione Italiana Vini (UIV), è vista come una risposta concreta alla crisi idrica che minaccia i vigneti italiani, in particolare nel Sud.

La minaccia della siccità per il vino italiano
L’Italia, con 41 milioni di ettolitri prodotti nel 2024, è leader mondiale nella produzione di vino. Tuttavia, le ondate di siccità del 2022 e 2023 hanno avuto un impatto drammatico su vigneti e produttività. In particolare, regioni come Puglia, Sicilia e Sardegna hanno visto crollare le rese e diminuire la qualità del prodotto finale.
Organizzazioni come Coldiretti hanno stimato perdite di circa 3 miliardi di euro nel solo 2022, evidenziando l’urgenza di interventi strutturali.
Il piano europeo: fondi e strategie
L’investimento europeo è suddiviso in:
1,2 miliardi di euro per la costruzione di nuovi invasi
800 milioni di euro per ammodernare strutture esistenti
L’obiettivo è completare i 90 progetti entro il 2026, con impatti positivi su occupazione, sostenibilità ambientale e sicurezza dell’approvvigionamento idrico.
Dove verranno costruiti gli invasi?
Le aree prioritarie includono:
Sud Italia: Puglia, Sicilia, Sardegna, Basilicata, Calabria. Focus su grandi invasi incompiuti e nuove costruzioni agricole.
Toscana e Emilia-Romagna: piccoli laghetti consortili. In Toscana si prevede la realizzazione di 34 invasi capaci di irrigare oltre 21.000 ettari.
Distribuzione nazionale: il Piano Laghetti di ANBI e Coldiretti coinvolgerà 19 regioni.
Benefici per i viticoltori
Irrigazione garantita anche in estate
Stabilità delle rese e qualità del prodotto
Adozione di tecnologie come irrigazione a goccia e sensori climatici
Miglioramento delle infrastrutture già esistenti
Cosa cambia per gli appassionati di vino
Per i consumatori, questa è una buona notizia: la produzione dei vini più iconici sarà meno soggetta a variazioni climatiche. Inoltre, il settore si muove verso una maggiore sostenibilità ambientale, conservando il patrimonio enologico italiano.
Uno sguardo al futuro
Il finanziamento europeo è un punto di partenza. Sarà fondamentale accompagnare gli investimenti con innovazione, sinergie tra istituzioni e consorzi agricoli, e una gestione efficiente delle risorse. In questo modo, il vino italiano potrà continuare a essere sinonimo di eccellenza e tradizione anche nell'incerto contesto climatico del futuro.
Irrigazione e disciplinari: come si conciliano con gli invasi?
Molti disciplinari di produzione per vini a Denominazione di Origine Controllata (DOC) e Controllata e Garantita (DOCG) vietano o limitano l'irrigazione per garantire l'autenticità del terroir e la qualità del vino. Tuttavia, i recenti cambiamenti climatici hanno spinto consorzi e istituzioni a rivedere alcuni di questi vincoli in chiave più resiliente.
✅ Ecco come gli invasi possono essere compatibili:
Irrigazione di soccorso (consentita in alcuni disciplinari): in molti casi, è autorizzata solo in situazioni eccezionali, come prolungata siccità. L’irrigazione non mira a stimolare la produzione, ma a evitare la morte della vite e il collasso della qualità.
Gestione per aree non soggette a vincoli: gli invasi servono anche vigneti IGT o altre colture limitrofe dove l’irrigazione è pienamente ammessa.
Riserva strategica per gli usi collettivi: gli invasi possono alimentare bacini comunali, reti rurali e acque per altre finalità agricole (es. orticoltura o frutteti), riducendo il prelievo diretto dalle falde.
Dialogo in corso tra consorzi e ministeri: alcuni disciplinari stanno valutando modifiche regolamentari, pur mantenendo rigore sulla qualità, per permettere micro-irrigazioni o irrigazioni di precisione in casi straordinari.
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