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L’Europa Rurale a un bivio: la proposta del QFP 2027-2034 e i rischi per la PAC e il settore del vino

  • Immagine del redattore: Donatella De Lucia
    Donatella De Lucia
  • 9 lug
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 14 lug

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Un Momento Cruciale per l’Agricoltura Europea

L’Europa rurale si prepara a un momento decisivo. Il prossimo 16 luglio 2025, la Commissione Europea, sotto la guida di Ursula von der Leyen, presenterà la proposta del Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) per il periodo 2027-2034. Questa riforma potrebbe segnare una svolta epocale per la Politica Agricola Comune (PAC), con l’ipotesi di unificare i fondi destinati ad agricoltura e coesione in un unico calderone, accompagnata da tagli rilevanti al bilancio agricolo.

Una scelta che, secondo molti, rappresenterebbe un duro colpo alla struttura portante dell’Europa produttiva, con ripercussioni significative anche sul settore vitivinicolo, pilastro economico e culturale di paesi come l’Italia.La Proposta del QFP e i Tagli alla PACIl QFP 2027-2034 mira a ridefinire le priorità finanziarie dell’Unione Europea, cercando di bilanciare investimenti in sostenibilità, digitalizzazione e nuove sfide globali. Tuttavia, l’idea di consolidare i fondi e ridurre le risorse dedicate alla PAC ha scatenato un’ondata di preoccupazioni. La PAC, che attualmente rappresenta circa il 30% del bilancio UE, sostiene settori chiave come la viticoltura, la zootecnia e le produzioni cerealicole, garantendo sicurezza alimentare, occupazione e coesione territoriale.


Secondo la comunicazione della Commissione Europea del 12 febbraio 2025 link, la riforma punta a una maggiore efficienza, ma i dettagli sui tagli restano incerti, alimentando il dibattito.


L’Opposizione Crescente

L’ipotesi di ridurre il bilancio agricolo ha incontrato una forte opposizione. Diciassette paesi dell’Unione Europea, guidati da Italia e Grecia, si sono già pronunciati contro, temendo un impatto devastante sulle loro economie rurali. Anche il commissario UE all’Agricoltura, Christophe Hansen, ha espresso contrarietà, sottolineando la necessità di mantenere un sostegno adeguato al settore.

In Italia, la CIA-Agricoltori Italiani ha annunciato una mobilitazione nazionale, evidenziando i rischi per il vino, un comparto che genera miliardi di euro e sostiene migliaia di famiglie, specialmente nelle aree collinari.


La Voce di Nardella e Dorfmann

A livello europeo, gli eurodeputati Dario Nardella (S&D) e Herbert Dorfmann (PPE) hanno preso una posizione netta in una nota congiunta, definendo la possibile riduzione dei fondi “un colpo durissimo alla struttura portante dell’Europa rurale e produttiva”. I due parlamentari avvertono:

“L’ipotesi di ridurre il bilancio agricolo in nome di nuove priorità, pur legittime, è miope e controproducente. La PAC non è una politica del passato, ma un investimento strategico per il futuro: tutela la sicurezza alimentare, garantisce lavoro e coesione nei territori. Destrutturare e disinvestire significherebbe abbandonare milioni di agricoltori e comunità rurali proprio nel momento in cui chiediamo loro di affrontare sfide epocali.”

Nardella e Dorfmann si oppongono fermamente a una gestione intergovernativa del bilancio agricolo, basata su negoziati bilaterali tra Commissione e Stati membri. Per loro, “l’eliminazione dell’autonomia strategica del settore agricolo sarebbe la fine della politica agricola comune come la conosciamo”. Propongono invece una governance comune, fondata su decisioni condivise, per garantire un approccio equo e trasparente. Riconoscono la necessità di migliorare la PAC, rendendola più attrattiva per le nuove generazioni e stimolando l’innovazione, ma senza cancellarne i principi fondamentali.


PAC - Impatto sul Settore Vitivinicolo

Il settore del vino, in particolare, rischia di subire un duro colpo. L’Unione Europea è il principale produttore mondiale, contribuendo con il 64% del volume e il 70% del valore globale fonte: Beverage Daily, 17 settembre 2024.

In Italia, il vino non è solo un prodotto economico, ma un simbolo culturale, sostenuto dalla PAC attraverso l’Organizzazione Comune dei Mercati (OCM) Vino, che nel 2023-2024 ha stanziato circa 320 milioni di euro per investimenti, promozione e sostenibilità. Tagli a questi fondi potrebbero ridurre la competitività sui mercati internazionali e compromettere la transizione verso pratiche sostenibili, come l’introduzione di uve resistenti al clima.

La CIA-Agricoltori Italiani sottolinea che le aree vitivinicole, spesso collinari e marginali, dipendono fortemente dai sussidi PAC. Una loro riduzione potrebbe spingere molti produttori a chiudere, con conseguenze sociali ed economiche devastanti.


Un Appello Trasversale

Nardella e Dorfmann chiudono il loro intervento con un appello trasversale a tutte le forze politiche:

“Difendere la PAC oggi significa difendere l’idea stessa di un’Europa solidale, lungimirante e capace di accompagnare l’innovazione senza lasciare indietro nessuno. Ci impegneremo con determinazione per preservare risorse finanziarie adeguate e strumenti legislativi ambiziosi per il futuro dell’agricoltura europea.”

Questo invito riflette la consapevolezza che la battaglia per la PAC sarà ardua, ma necessaria, soprattutto per un settore come quello del vino, che rappresenta un’eccellenza europea da proteggere.


Il Ruolo dei Cittadini

Mentre la Commissione si prepara a presentare la proposta, il futuro dell’agricoltura europea, e in particolare del vino, dipende anche dalla mobilitazione dei cittadini e delle istituzioni. È tempo di fare sentire la propria voce: sostenere la PAC significa investire nel cuore verde dell’Europa.


Fonti:  

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