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Brasile, mercato promettente e complesso



Negli ultimi anni, il consumo di vino in Brasile ha registrato una crescita importante, trasformando il paese in un mercato sempre più appetibile per i produttori di vino, inclusi quelli italiani.


Secondo i dati dell'Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino (OIV), nel 2023 il consumo totale di vino in Brasile è aumentato dell’11,6% rispetto al 2022, tornando ai livelli del 2020-2021.

Le importazioni hanno raggiunto un valore di 464 milioni di euro, con un incremento del 5% in volume, per un totale di 1,6 milioni di ettolitri.


Nonostante i segnali incoraggianti, l'Italia, pur essendo un paese leader nel settore vinicolo, fatica a conquistare una posizione di rilievo nel mercato brasiliano, in quanto attualmente, dominato da Cile e Argentina, due paesi che, grazie agli accordi di libero scambio all'interno del Mercosur, godono di significativi vantaggi competitivi.


Mercosur 2025

Uno dei principali fattori quindi che limitano l'espansione dei vini italiani in Brasile è rappresentato dai Dazi Doganali.


Il Brasile applica tariffe doganali molto elevate sui vini importati, che variano tra il 20% e il 27% del valore del prodotto; questo rende il vino europeo, inclusi i vini italiani, molto meno competitivo rispetto a quello proveniente da altri paesi.

  • Cile e Argentina: grazie agli accordi di libero scambio all'interno del Mercosur, i vini cileni e argentini beneficiano di tariffe doganali molto ridotte o addirittura inesistenti che permette loro di offrire prezzi al dettaglio più bassi e di avere una fetta significativa del mercato.

  • Italia e resto d’Europa: l'assenza di accordi commerciali analoghi con il Brasile penalizza fortemente i vini italiani e francesi, che risultano più costosi per i consumatori brasiliani.


La barriera aggiuntiva delle imposte interne

Oltre ai dazi doganali, il Brasile applica imposte interne elevate, come:

  • ICMS (Imposta su Circolazione di Merci e Servizi), che varia da stato a stato e può arrivare fino al 25%.

  • IPI (Imposta sui Prodotti Industrializzati), che grava ulteriormente sul costo dei prodotti importati.

Questo tipo di imposte possono aumentare il prezzo finale del vino di oltre il 50%, riducendo ulteriormente la competitività dei vini europei rispetto a quelli prodotti localmente o importati dai paesi limitrofi.


Perché il Brasile resta comunque un mercato promettente?

Nonostante queste barriere, il Brasile rappresenta un'opportunità unica per il vino italiano su cui è necessario lavorare.

La crescita del consumo di vino nel paese, trainata da una classe media in espansione e da un maggiore interesse per prodotti di qualità, lascia spazio per strategie mirate. I consumatori brasiliani dimostrano un crescente apprezzamento per i vini bianchi, i rosati e gli spumanti, categorie dove l'Italia può eccellere.

Inoltre, l’aumento delle importazioni di vino nel 2023 (+5% in volume) dimostra che esiste una domanda crescente che può essere intercettata con azioni mirate, come campagne di marketing, eventi enogastronomici e partnership strategiche con importatori locali.


Strategie per superare le barriere

Per competere in un mercato così complesso, sarebbero da adottare diverse azioni:

  1. Accordi bilaterali: spronare e collaborare con le istituzioni italiane ed europee per negoziare condizioni più favorevoli con il Brasile, riducendo i dazi doganali.

  2. Focus su nicchie specifiche: promuovere categorie di vino meno soggette alla competizione diretta, come spumanti e rosati, che stanno guadagnando molta popolarità in Brasile.

  3. Partnership locali: lavorare con distributori e retailer brasiliani per migliorare la presenza sul mercato e ottimizzare la logistica.

  4. Eventi e formazione: Sensibilizzare i consumatori brasiliani sull'eccellenza e sulla diversità dei vini italiani, puntando sul valore culturale e qualitativo.


Il mercato brasiliano offre quindi grandi opportunità per l'export del vino italiano, ma richiede un approccio strategico per superare le barriere tariffarie e fiscali.

La crescita del consumo e il cambiamento delle preferenze dei consumatori brasiliani rappresentano segnali estremamente positivi, ma è necessario investire in soluzioni che rendano i vini italiani accessibili avendo tutte le carte in regola per conquistare una fetta più grande di questo mercato emergente.

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